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Questo disegno di Giacomo Quarenghi, proveniente dalla raccolta a lui dedicata, rappresenta il progetto di una biblioteca e riflette il genio di uno degli architetti più celebri del neoclassicismo. Nato nel 1744 a Rota Imagna, Quarenghi iniziò la sua formazione a Bergamo, per poi trasferirsi a Roma nel 1761, dove si avvicinò all'architettura studiando l’opera di Andrea Palladio. Questo incontro segnò un punto di svolta nella sua carriera, dando vita a un approccio originale che lo avrebbe reso uno degli architetti di maggior successo dell’epoca.

Nel 1779, ormai architetto formato e maturo, Quarenghi accettò l'invito di Caterina II di Russia a trasferirsi a San Pietroburgo, dove iniziò una lunga e prolifica carriera al servizio degli zar. Durante la sua permanenza in Russia, fino alla morte nel 1817, realizzò numerose opere importanti, come il Teatro dell’Hermitage, la Banca di Stato e l’Accademia delle Scienze, contribuendo al rinnovamento architettonico e culturale dell’impero russo. Nonostante la sua vita si svolgesse lontano dalla sua città natale, Quarenghi mantenne un forte legame con Bergamo, donando alla biblioteca civica locale edizioni pregiate dei suoi progetti.

Album E-14 di Giacomo Quarenghi

Anno di realizzazione - 1779 - 1817

Oggi, la Biblioteca Angelo Mai di Bergamo custodisce la più vasta collezione di disegni autografi di Quarenghi, con ben 761 esemplari che spaziano tra progetti architettonici, studi su edifici classici e rinascimentali, paesaggi e vedute. Questi disegni, che riflettono una grande varietà tematica, sono testimonianza della creatività e della visione artistica di Quarenghi. Il disegno che ci occupa, parte di un album acquisito nel 1870, è realizzato con una tecnica mista di china e acquerello e raffigura un progetto di biblioteca. Sebbene non sia possibile attribuirlo con certezza a un palazzo specifico né datarlo esattamente, esso rivela l’attenzione di Quarenghi per la funzionalità degli spazi. Le scaffalature, per esempio, sono collocate in modo tale da occupare anche gli spazi destinati alle finestre, segno di una priorità data all’organizzazione pratica degli ambienti rispetto alla loro estetica.

In questo disegno, come in molti altri suoi progetti, Quarenghi inserisce figure umane che animano lo spazio architettonico. Questa scelta non solo conferisce vivacità ai suoi disegni, ma suggerisce anche una concezione della biblioteca come luogo di incontro e scambio culturale, non solo come deposito di libri. La biblioteca diventa così un ambiente dinamico, dove la cultura e il sapere non sono solo conservati, ma anche trasmessi e condivisi. In quest'ottica, Quarenghi immagina la biblioteca come uno spazio vivo, un punto di riferimento per l'intelletto e la comunicazione tra il passato e il presente.

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