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Il Diploma di Federico Barbarossa del 1158 è uno dei documenti più preziosi custoditi dalla Biblioteca Angelo Mai di Bergamo. Attualmente conservato a Casa Suardi, sede dell’Archivio Storico Comunale, questo diploma appartiene al fondo Mario Lupo, una collezione documentaria di grande importanza che raccoglie 31 diplomi regi ed imperiali datati dall’VIII al XII secolo. Mario Lupo, storico bergamasco del XVIII secolo, si dedicò con rigore allo studio delle fonti medievali, pubblicando numerosi documenti storici, tra cui i diplomi imperiali, nel monumentale Codex Diplomaticus, un’opera che ancora oggi rappresenta un riferimento essenziale per gli studiosi.Il diploma del 1158 è particolarmente significativo perché conferma i privilegi fiscali e feudali del capitolo di San Vincenzo, l’organo di governo della cattedrale di Bergamo. Tra questi privilegi spiccano le entrate derivanti dal mercato di Sant’Alessandro e i diritti su territori come Calcinate, a dimostrazione del potere che il capitolo, insieme al vescovo, esercitava sulla città e sul territorio circostante.
Dal punto di vista materiale, il documento rappresenta un esempio tipico di diploma medievale. È corredato dal sigillo imperiale in cera, che raffigura l’imperatore in trono con il globo e lo scettro, simboli del potere sovrano. Presenta anche il monogramma di Federico Barbarossa, un intreccio di lettere maiuscole che formano il nome “Fredericus”, e il Chrismon, una grande iniziale “C” che invoca Cristo, elemento tradizionale all’inizio di questi documenti. Il contenuto segue una struttura ben definita, con l’invocazione divina, l’indicazione dell’autorità emanante, le disposizioni e le formule di garanzia che ribadiscono l’inviolabilità delle decisioni prese.
Diploma di Federico Barbarossa
Anno di realizzazione - 1158
Questo diploma, inoltre, testimonia la lunga rivalità tra il capitolo di San Vincenzo e quello di Sant’Alessandro, due cattedrali di Bergamo che per secoli disputarono il primato ecclesiastico e politico. La disputa si concluse solo nel XVI secolo, quando, con la costruzione delle mura di Bergamo nel 1561, la cattedrale di Sant’Alessandro fu demolita e quella di San Vincenzo, unica rimasta, venne intitolata a Sant’Alessandro, patrono della città.
Un altro diploma di Federico Barbarossa, conservato nello stesso fondo e datato 1156, conferma privilegi al vescovo di Bergamo, tra cui l’estensione del territorio dell’Episcopato, e gli conferisce il diritto di battere moneta. Sebbene non applicato immediatamente, quest’ultimo privilegio sottolinea l’importanza politica ed economica del vescovo. I due diplomi di Barbarossa, insieme agli altri documenti del fondo Mario Lupo della Collezione di pergamene, offrono uno spaccato straordinario della vita politica, economica e religiosa di Bergamo nel Medioevo, evidenziando il rapporto tra le istituzioni cittadine e il potere imperiale.

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